e commerce senza partita IVA
Tempo di lettura: 3 minuti
Aggiornato al 20 Gennaio 2024

Fare eCommerce senza partita IVA: è possibile? Rispondiamo a questa e altre domande che molti si pongono prima di iniziare a vendere online.

L’argomento è interessante per chi vuole iniziare un’attività di commercio online. E visto che in giro se ne leggono tante, voglio offrirti informazioni veloci e precise che spero sapranno chiarire i tuoi dubbi.

1. Posso aprire un eCommerce senza la partita IVA?

No, la partita IVA è necessaria per vendere online se non si tratta di una vendita occasionale.

Anche se mi piacerebbe dirti il contrario, hai necessariamente bisogno della partita IVA per fare eCommerce in maniera abituale.

Ci sono piattaforme che promettono di aprire un negozio online gratis, in maniera facile e veloce. Questa informazione “promozionale” contribuisce a creare l’illusione che una piattaforma gratuita consenta di sottrarsi a tutti i costi relativi all’eCommerce, partita IVA compresa.

Anche nel caso di piattaforme intermediarie con profili gratuiti o premium ci saranno costi di gestione da affrontare.

Per quanto riguarda nello specifico la partita IVA, dovrai necessariamente aprirla se la tua attività non è saltuaria ma vendi invece in modo ripetuto e sistematico. E questo indipendentemente dal canale di vendita che hai deciso di usare (piattaforma gratuita o sito dedicato).

Solo se la tua vendita è occasionale non hai bisogno della partita IVA.

Se usi un tuo sito eCommerce, il fatto stesso che questo sia sempre aperto e raggiungibile h24 dalle persone che vogliono fare acquisti dimostra che l’attività è abituale e quindi soggetta all’obbligo di partita IVA.

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2. Se vendo su marketplace devo aprire la partita IVA?

Sì, la partita IVA è necessaria non solo se hai un sito web, ma anche per vendere su marketplace se lo fai in modo abituale.

Probabilmente ti chiedi se puoi vendere su Amazon, ebay o Vinted senza partita IVA.

La risposta è sì, se la tua vendita è occasionale.

Anche per vendere su marketplace ti serve invece la partita IVA se lo fai in modo sistematico.

La partita IVA non è un costo legato al sistema di vendita (sito web o piattaforma intermediaria) ma dipende dal presupposto della “occasionalità” oppure della “sistematicità” dell’attività.

Quindi: devi aprire la partita IVA per vendere in maniera non occasionale, anche su Amazon, eBay o Vinted.

A conferma di quanto detto c’è anche la recente Direttiva DAC 7, entrata in vigore nell’anno di imposta 2023 che impone alle piattaforme di vendita online/marketplace di comunicare all’Agenzia delle entrate i dati dei venditori che hanno effettuato più di 30 vendite in un anno oppure che  hanno raggiunto un incasso superiore ai 2000 euro.

Non è ancora chiaro se e come l’Agenzia delle Entrate userà i dati ricevuti dalle piattaforme come Vinted o eBay, ma l’idea sembra quella di scovare i venditori abituali che pensano di non essere tali solo perché non hanno un proprio sito web.

3. Quando una vendita online può definirsi “occasionale” e quindi esente da partita IVA?

Per vendere online senza partita IVA devi abbandonare l’idea di aprire un sito web dedicato, pubblicizzare prodotti e commerciare in qualsiasi altra forma in modo regolare e ripetuto.

La vendita è considerata occasionale e quindi esente dall’obbligo di partita IVA solo in determinate circostanze: se è sporadica, non organizzata non continuativa.

Un esempio di vendita occasionale? Proporre un paio di pattini usati su eBay o vendere abiti usati su Vinted in modo sporadico.

Ovviamente l’attività è sempre considerata abituale nel caso tu abbia un sito web. In questo caso infatti parliamo di ambiente dedicato ad una attività continuativa: sempre aperto, dotato di pagine prodotto e di un servizio di pagamento e spedizione.

In tutti gli altri casi la vendita è da considerare “professionale” e sarai tenuto a rispettare tutti gli obblighi legali e fiscali, partita IVA compresa.

Chi vende regolarmente deve aprire partita IVA perché è considerato “venditore professionale“. In questo caso la vendita online rientra nelle regole della vendite regolamentate dal Decreto legislativo n. 185 del 1999.

L’art. 35 di questo decreto obbliga a indicare (al momento dell’apertura della partita IVA) l’eventuale indirizzo del sito web usato per il commercio dei propri prodotti e a mettere in evidenza all’interno del sito stesso il proprio numero di partita IVA.

Tutto chiaro?

Se hai ancora qualche dubbio parliamone nei commenti.

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